La Sindrome dell’Occhio Secco

La Sindrome dell’Occhio Secco (DES: Dry Eye Syndrome) è una patologia determinata dalla disidratazione cronica della congiuntiva e della cornea, che ne provoca l’irritazione. È dovuta principalmente ad una riduzione della quantità o della qualità del film lacrimale che ricopre l’occhio e, di norma, lo lubrifica e lo protegge.

La DES è una condizione clinica che, nonostante il suo impatto sulla qualità della vita, rimane ancor oggi frequentemente sottovalutata e non del tutto compresa. La patologia rimane cronica e la terapia è troppo spesso palliativa.

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I sintomi

I sintomi più comuni dovuti alla sindrome da occhio secco sono prurito, bruciore, irritazione e fastidio alla luce (fotofobia). Inoltre, possono manifestarsi una sensazione di corpo estraneo che tira e gratta all’interno dell’occhio, offuscamento della vista, difficoltà nell’apertura della palpebra al risveglio, dolore ed iperemia oculare (occhi rossi). Possono anche comparire stanchezza o affaticamento degli occhi e, in alcuni pazienti, si osserva la comparsa di muco all’interno o attorno l’occhio. Tutti questi disturbi aumentano in seguito a prolungati sforzi visivi o in particolari condizioni ambientali, come l’esposizione al vento o al caldo o la permanenza in ambienti polverosi, fumosi, con aria condizionata o riscaldamento.

Nei casi più gravi, l’occhio è esposto ad un maggior attrito dovuto al movimento palpebrale e ad un maggior rischio di infezioni. Inoltre, può degenerare fino alla comparsa di lesioni alle strutture esterne dell’occhio: cicatrizzazione, neovascolarizzazione, infezioni e ulcerazione.

Come si genera?

In generale, la riduzione delle lacrime è tipica in età avanzata (per l’atrofizzazione delle ghiandole lacrimali) e nelle donne in menopausa (a causa dei nuovi equilibri ormonali) e in chi fa uso protratto di lenti a contatto, colliri, alcuni farmaci sistemici o aria condizionata.

Inoltre, una delle cause più frequenti della sindrome dell’occhio secco è certamente costituita dall’uso prolungato di videoterminali – quali smartphone, tablet, pc -, che comporta la forte riduzione della frequenza di chiusura delle palpebre.

In alcuni casi, il disturbo può essere una complicanza di patologie, quali blefariti, congiuntiviti (incluse le forme allergiche) e altre malattie infiammatorie dell’occhio, oppure può essere conseguente a patologie sistemiche come la sindrome di Sjögren, il lupus eritematoso sistemico e l’artrite reumatoide.

La diagnosi

La diagnosi è clinica e strumentale; l’esame oculistico e gli esami diagnostici specifici rivelano alterazioni della congiuntiva e del film lacrimale e valutano la quantità di lacrime prodotte e la qualità del film lacrimale.

Come si cura?

Nelle fasi iniziali il disturbo può essere trattato con semplici lacrime artificiali, in forma di colliri, unguenti o gel, che hanno l’effetto di ridurre i sintomi ma non sono curativi. Quando invece i sintomi diventano persistenti, è necessario ricorrere a trattamenti specifici che ripristinano la funzionalità delle ghiandole lacrimali, con benefici immediati e duraturi per tutte le tipologie di secchezza oculare.

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